L’edizione 2018 del contest Giovani Scrittori IULM ha dato alla luce Pelle, l’ennesima antologia di racconti nata in Ateneo per finire sugli scaffali delle librerie (clicca QUI per saperne di più).
Ed ha, il progetto curato dal prof. Paolo Giovannetti, visto partecipi decine di studenti, che hanno messo a frutto la propria creatività nella stesura delle loro storie.
Racconti d’amore, di fantascienza o semplicemente di fantasia: il risultato è una silloge che accontenta praticamente tutti, a partire da chi ha fatto da regista nella sua impaginazione (QUI la nostra intervista ad uno dei curatori).
Per questo Radio IULM – voce degli studenti, prima che radio delle arti – ha pensato di proporre alcuni dei racconti contenuti in Pelle, con una serie di pubblicazioni sul sito che vi accompagnerà per qualche settimana ogni lunedì, mercoledì e venerdì, fino a luglio inoltrato.
Quello che condividiamo adesso con i lettori di Radio IULM è il racconto di Andrea Capobianco. Si intitola The Fusion e qui sotto in esclusiva trovate l’ultima parte. Buona lettura!
THE FUSION (3 di 3)
Eraclio cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza, immerso in oscuri pensieri e presagi. Poi improvvisamente si fermò: si avvicinò lentamente ad un mobiletto ed estrasse una bottiglia di Macallan del 1878, che non aveva mai aperto e che conservava solo per le occasioni importanti. Dopo aver riempito due bicchieri, vide la scacchiera di vetro regalatagli dal nonno ma non la prese e fece invece accomodare il giovane tecnico. “Esistere significa approfondire l’attimo” diceva Jaspers. Le scimmie non si ponevano delle domande, non ne sentivano il bisogno. Forse loro approfondivano realmente gli attimi della loro esistenza. Poi hanno cominciato a sviluppare e perfezionare l’uso degli arti e della mente che andava via via intricarsi. Probabilmente l’uomo in sé si è manifestato stanziandosi in un luogo della terra e sotterrando il corpo dei suoi simili. Perché è successo questo? Forse perché ha incominciato a porsi delle domande, domande che andavano ben oltre la sua natura di mortale. E a quelle domande ha cercato di opporre delle risposte, col tempo sempre più dettagliate e ricche di idee. Poi una soluzione da lui trovata per connettere potenzialmente ogni singolo essere umano sul pianeta, è stata implementata dentro la sua pelle, alterando di fatto la sua intrinseca natura. Non trovando una piena realizzazione dentro di sé, l’uomo con la religione si era fatto altro, si era alienato, fino al punto di non ritorno. Io quel momento l’ho vissuto. Con il padre di Horace e un manipolo costituito dalle migliori menti del mondo, abbiamo creato Honiro Dreams, e siamo entrati di fatto nella mente dell’uomo, manovrandola a nostro piacere.
Abbiamo creato un bisogno fittizio come fosse un tarlo inattaccabile e allo stesso tempo ne abbiamo offerto la cura. Non ti sei mai chiesto perché sei così stanco? Beh perché sei diventato insieme a tutti gli altri nient’altro che una batteria, una batteria alimentata dalle tue cellule cerebrali e che a sua volta alimenta il nanochip che hai sottopelle. Abbiamo cambiato per sempre il corso degli eventi. E ora non si può più tornare indietro.” Finalmente alzò lo sguardo verso il suo interlocutore, il quale temeva avesse intuito il motivo della sua visita.
“Lo sai perché sono qui, non è vero Eraclio?” Sul volto del vecchio si dipinse un sorriso amaro.
Mandò giù un goccio di scotch e poi guardò dritto negli occhi del giovane.
“Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, mi dispiace solo che sia stato scelto tu per sopportare un simile fardello”
“Di cosa stai parlando?”
“Spero che un giorno tu possa capire, anche se sarà difficile farlo.”
“Capire cosa Hammer?”
“Che tutto ciò che ti sta intorno è solo un artificio mal concepito e privato della linfa vibrante della vita, privato dell’arte autentica. Ma tu puoi ancora svelare la realtà”
“E come?”
“Quando sognerai una fenice nell’atto in cui rinasce dalle sue ceneri allora nella tua mente ormai stanca si chiariranno tutti i tuoi dubbi e infine saprai che ti hanno ingannato”
“Chi sta cercando di ingannarmi?” Joe cominciò ad agitarsi visibilmente.
“Dentro di tè vive il germe della rivolta.” Gli sfiorò le tempie e una debole scossa alterò la percezione del giovane: prima che questi potesse chiedere spiegazioni, la porta si aprì bruscamente. Entrarono 5 uomini in tenuta militare, dietro di loro venne avanti un uomo dall’aspetto impeccabile. Era Raymond Horace.
“Cosa ci fai qui Ray?”
“La fusione va completata Joe, ad ogni costo.” Poi rivolgendosi al vecchio consigliere: “Quanto a te Eraclio, la Honiro Dreams ti arà per sempre riconoscente per tutto quello che hai fatto per noi, per me e la mia famiglia. Ma è arrivato il momento di dirsi Addio.” Il vecchio non lo degnò nemmeno di uno sguardo di compassione, i suoi occhi lucidi si posero invece su quelli sconvolti di Joe. “Ricordati di non dimenticare figliolo!”
“Sparate” concluse Horace.
Tre colpi esplosero dalle pistole degli agenti e i proiettili penetrarono tutti nel cranio del vecchio, il cui corpo si scaraventò a terra decapitato. Joe, rimasto pietrificato di fronte alla scena, si sentì amaramente tradito dal suo capo e prima che potesse attaccarlo per aver scelto una simile soluzione, cominciò a sentire una leggera sensazione di calore al braccio
destro. Volse lo sguardo verso il gruppo e capì di esserestato colpito anche lui. Non riusciva a muoversi, gli arti erano completamente paralizzati e pian piano la vista cominciò ad offuscarsi.
Destatosi da un sonno ancestrale, al suo risveglio Joe Harlan vide di fronte a sé la figura del suo capo, che gli sorrise come quando non si vede un caro amico da molto tempo.
“Come ti senti Joe?”
“Cosa è successo? Perché mi trovo in un autospedale?”
“Tu soffri da sempre di insonnia ragazzo, e questa volta il tuo corpo ha ceduto. Stai dormendo da quasi due giorni. Ma non temere, i migliori neurologi di Zurigo sono al tuo servizio; ti assicuro che sei in ottime mani. Ora devo scappare: la fusione si concluderà questa mattina.”
“Sei riuscito a convincere Eraclio?”
“Non ce n’è stato bisogno.. il vecchio bastardo ha deciso di lasciarci”
“Che vuoi dire?”
“Si è suicidato l’altro ieri.”
“E perché l’avrebbe fatto?” Cominciò a sentire un’emicrania sempre più insistente.
“Forse non si sentiva più utile agli scopi della nostra azienda, chi lo sa. A presto Joe!”
Il tecnico Harlan si sentì da un lato sollevato per non aver perso il lavoro, ma dall’altro colpevole del suicidio del consigliere Eraclio Hammer. Decise che ci avrebbe dormito sopra per un po’. Una strana visione colse il tecnico Harlan alla terza rivoluzione terrestre intorno al sole. Si trovava su una panchina davanti al suo amato lago di Silvaplana. Non si può dire che stesse dormendo e nemmeno che fosse sveglio, ma, per la prima volta dopo un tempo immemore, sognò. Le sue pupille vibravano come fanno gli atomi in continua agitazione termica, come due buchi neri che danzano fluidamente nel multiverso, tra le pieghe spazio-temporali. Quel giorno fece un unico illuminante sogno: una palla di fuoco che schiarì per un attimo il buio eterno volando alta nel cielo e che provocò un brivido lungo tutto il corpo del giovane uomo.
Al suo risveglio Joe sentì come una leggera scossa alle tempie e finalmente capì ogni cosa: lo avevano ingannato, avevano impiantato il nanochip anche nella sua pelle. Gli avevano fatto credere di essere un burattinaio come loro, quando in realtà anche lui era una semplice marionetta. In più avevano fatto fuori l’unico uomo che aveva messo in discussione il sistema dominante, Eraclio Hammer.
Ma quel cortocircuito aveva risvegliato Joe Harlan da un sonno durato troppo a lungo. Un sonno privo di sogni autentici. Un dramma che si riciclava in un presente senza fine. Ma il nuovo punto di svolta ardeva nel cuore del giovane tecnico, ora pronto a ricambiare il corso degli eventi e scardinare quell’aberrante ordine delle cose.
(fine)
Parte 1 di 3 – Leggila QUI
Parte 2 di 3– Leggila QUI
Segui tutti i racconti di Pelle su radioiulm.it/blog