Il 14 maggio scorso si festeggiavano in Israele i settant’anni dalla nascita dello stato. Nello stesso giorno, Ivana Trump apriva i battenti dell’ambasciata americana a Gerusalemme.
Là fuori, mentre la first lady celebrava un atto tanto annunciato quanto posticipato dalle amministrazioni USA, sulla striscia di Gaza l’esercito israeliano ed i manifestanti palestinesi si scontravano sanguinosamente.
Ma è, questo, soltanto l’ennesimo sussulto della pentola a pressione in cui cuoce, a fuoco lento, tutto il Medio Oriente. Non bastarono parole ed intenzioni comuni nel 1948, quando la coalizione Alleata deliberava che la diaspora del popolo ebraico, durata più di duemila anni, dovesse avere fine. Non erano abbastanza forti, quelle linee guida, seppure di reazione alla Endlösung, soluzione finale di matrice nazista che aveva provocato la morte di sei milioni di ebrei Europei. Per capire la profondità storica del vagare del popolo ebraico, basti pensare che il 31 luglio del prossimo anno celebreremo il centenario dalla nascita di Primo Levi.
Il giorno dopo la proclamazione di Israele, 15 maggio, una coalizione di stati arabi dichiarava guerra allo stato neonato. Questa la prima pagina di uno dei capitoli più tristi della storia moderna, che tuttora mostra i suoi lati più cruenti.
Nello spettro cromatico di una vicenda dai colori decisamente foschi, quelli che paiono risaltare questo mese sono tre in particolare: bianco, azzurro e rosso. Oggi (9 giugno, ndr) si sarebbe dovuta giocare l’amichevole tra Argentina e Israele. Giorni fa si sono però presentati dissidenti palestinesi a Barcellona, dove si allenava la Seleciòn, esibendo maglie bianco azzurre macchiate di rosso. E’ stato troppo per Messi e compagni che avevano anche ricevuto lettere minatorie per dissuaderli dal giocare quella partita. Maglie a righe bianche e azzurre come i “pigiamoni” degli intrernati a Birkenau e Bergen Belsen indossate ieri dai manifestanti di fronte al muro che li separa da Israele. Come scrive Marco Ansaldo oggi su Repubblica: “sulla striscia di Gaza ieri è stato un nuovo venerdì di sangue”.
Il leader israeliano, Benjamin Netanyahu non incontrerà infatti Federica Mogherini. Sono troppo distanti le posizioni del capo della politica estera dell’Unione Europea e del presidente riscopertosi trumpiano. Per questo lady PESC ha annullato il volo per Gerusalemme. Nel frattempo, sulla striscia, proseguono le tensioni: “Afp ha riferito che alcuni dimostranti indossavano casacche – simili a quelle vestite dai deportati ebrei –, rimarcando che l’occupazione israeliana sta commettendo gli stessi massacri perpetrati dai nazisti.”
Bianco, azzurro e rosso. Mentre il capitano degli “Azzurri”, Mario Balotelli, reclama la necessità dello Ius Soli i nostri pomeriggi si fanno “sempre più azzurri e lunghi” alle soglie di questa nuova “Estate Italiana”. Peccato che non sia carica di attese come quella che cantavano Gianna Nannini e Edoardo Bennato, alla vigilia dei mondiali del ’90.
Bianco, azzurro e rosso. Pochi colori per un quadro troppo grande per passare inosservato. Colori i quali forse possono dirci più delle forme presenti in questo dipinto, perché come diceva Van Gogh: “Le leggi dei colori sono inesprimibilmente belle, proprio perché non sono dovute al caso”.