Dogman: il ritorno di Matteo Garrone alla regia di una pellicola ispirata al “Delitto del Canaro”

Dogman, attualmente in concorso alla 71esima edizione del festival di Cannes, è il nuovo lungometraggio del regista italiano Matteo Garrone. Lo abbiamo già visto alla regia di film come Gomorra o Reality, con i quali peraltro ha trionfato proprio nel festival francese.

Le vicende prendono liberamente spunto dal celebre caso dell’omicidio, tutt’ora pieno di ombre, di Giancarlo Ricci. Questo fu consumato nella zona popolare della Magliana Nuova a Roma alla fine degli anni ’80 da parte di Pietro De Negri, chiamato “Er Canaro” vista la sua occupazione di toelettatore di cani. Gli attori, nel film, utilizzano però nomi fittizi.

 “Er Canaro” in una scena del film

Ricci aveva un conto irrisolto con De Negri, che aveva tra l’altro già scontato un anno di prigione, tornandoci poi per altri ventiquattro dopo l’omicidio. Tra i motivi che portano il protagonista del film a compiere un simile gesto (dall’autopsia, in quegli anni, si parlò di una decina di martellate alla testa) spicca una rapina condotta insieme a Simoncino, il personaggio che si ispira a Ricci. In questa Simoncino rimane coi soldi rapinati, dopo aver fatto in oltre pagare diverse altre angherie al compagno, precedenti alla rapina, mentre Er Canaro viene catturato.

Ad uno stile cinico e violento dovrebbero contrapporsi elementi quali la tenerezza e l’innocenza. Queste sono infatti introdotte soprattutto dal rapporto del Canaro con la figlia, prova del taglio personale che il regista ha voluto dare alla vicenda. Garrone ha inoltre tenuto a precisare l’allontanamento della sua interpretazione dei fatti dalla crudezza dell’episodio reale.

I due protagonisti in una scena del film

Marcello Fonte è nei panni del protagonista, mentre in quelli di Simoncino, Edoardo Pesce. Alla sceneggiatura hanno lavorato lo stesso Garrone con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, suoi storici collaboratori.

La pellicola sarà nelle nostre sale dal 17 maggio. E’ questo un film sulla vendetta, e citando le parole dello stesso regista: “Sul disperato bisogno di dignità in un mondo dove la legge del più forte prevale e la violenza sembra essere l’unica via d’uscita”.

 

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