Lynne Ramsey torna alla regia. Sei anni dopo il suo ultimo film, We need to talk about Kevin, la regista torna in sala con You were never really here, film di cui ha anche curato la sceneggiatura ed in proiezione da domani in Italia. Thriller basato sull’omonimo racconto di Jonathan Ames, è ambientato in una New York desolata e violenta ed ha come protagonista Joe, un veterano che per tirare avanti fa il mercenario.
Presto verrà chiamato da un senatore della città (interpretato da Alex Manette, visto anche in Shame di Steve McQueen e nello stesso We need to talk about Kevin) per salvarne la figlia, rapita da uomini che gestiscono un giro di prostituzione minorile. Il personaggio interpretato da Phoenix, per certi versi simile al Robert De Niro di Taxi driver, o al Ryan Gosling di Drive, parte lavorando per criminali, ma l’opportunità di salvare Nina, la figlia del senatore, potrebbe dargli la possibilità di redimersi e fare qualcosa di giusto.
Anche se infine è costretto, per tutta la durata della pellicola, ad avere a che fare con quello che probabilmente è nel film il suo più grande nemico: sè stesso. Sono infatti frequenti i flashback alla sua difficile infanzia o le scene dov’è mostrato il rapporto con l’anziana madre (interpretata da Judith Roberts, la quale debuttò in Eraserhead di David Lynch), apparentemente l’unica ancora a tenerlo a galla tra la vita e la disperazione.
Il film è stato presentato alla scorsa edizione del festival di Cannes, venendo premiato nelle categorie per la miglior sceneggiatura e la miglior interpretazione maschile. E’ infatti questa una delle migliori interpretazioni di Phoenix, in cui oltre ad aver aggiunto massa muscolare, opera una perfetta introspezione psicologica di un personaggio tediato, a volte brutale come dice lui stesso, ma in fondo buono, semplicemente segnato da una vita tormentata.