Nas aka Nasir Jones, il vittorioso

Sapevate che il nome di IULMATIC, il nostro show dedicato alla scena hip hop e rap, prende spunto da un album che cambiò la storia di questa galassia musicale? Probabilmente sì, se ne siete appassionati o seguite fedelmente lo show di Pier, Carlo e Simone.  

Forse no, se ascoltate qui è lì i generi adesso in voga senza scavare più a fondo. Ma, prima che ricostruire in un percorso multimediale un vero pezzo di cultura Hip Hop, già raccontato in radio (giù il podcast da ascoltare), il nostro Pierfrancesco Castellini sta per raccontarvi una storia. Quella in cui, almeno idealmente, affonda le radici IULMATIC. La storia di un ragazzo, di una tappa della storia della musica. Che meritano la vostra curiosità.

1994, New York. Un ragazzo di soli vent’anni firma un contratto con la Columbia Records per la produzione del suo primo album, che verrà intitolato Illmatic, ma al momento nessuno si sarebbe aspettato che quell’album sarebbe diventato uno dei pilastri dell’hip hop statunitense.

Ascolta questa storia in podcast con IULMATIC (puntata del 16 febbraio) 

Erano gli anni del dominio del Wu tang Clan, dei Mobb Deep, ma a New York serviva una ventata di freschezza. Ed ecco che Nasir Jones aka Nas, decide di fare le cose in grande cominciando ad entrare nel mondo dell’hip hop, prima come breakdancer e poi dedicandosi alla sua vera chiamata, ovvero sputare la rabbia in un microfono. Cresce nel Queensbridge , uno dei quartieri più discussi della Grande Mela, uno di quei blocchi nel quale ogni settimana c’è almeno una sparatoria e speri che in quella dannata body bag non ci sia un tuo fratello.

Nas nel suo “blocco”, il Queensbridge di New York

Il disagio e la povertà inoltre ti portano a fare scelte sbagliate e il richiamo dei soldi facili attira i ragazzi: Nas fu uno di questi. Comincia a spacciare crack per pagarsi le sessioni in studio di registrazione, mantenendo una Tec-9, una pistola semiautomatica, nel cassetto della cameretta. Tutto questo a soli 17 anni. Ma è il 1992 il suo turning point: in una sparatoria viene ucciso il suo migliore amico Ill Will, e Nas lo vede morire proprio davanti ai suoi occhi. Da quel giorno decise di dedicarsi completamente alla musica, grazie al sostegno di sua madre, una postina, e di suo padre, un musicista blues. Il passato di strada continua però a vivere nelle sue barre, che raccontano in maniera sincera e cruda la vita da ghetto’s nigga, in tutte le sue sfaccettature. “I never sleep cause sleep is the cousin of death”, “io non dormo mai perché il sonno è cugino di morte”, canta nel suo inno cittadino New York State of Mind brano iconico dell’album Illmatic.

Nel 1996 fa uscire It was Written, album più commerciale, che lo fa avvicinare al grande pubblico. Molti brani con nuove sonorità, simili a quelle della West Coast, in particolare a quelle di Tupac Shakur, rapper californiano con cui ha uno scontro verbale dopo una serata a New York, dovuta a delle dichiarazioni di 2Pac contro i rapper newyorkesi.

Da sinistra Nas, Tupac e Redman

Tutto finì per il meglio, con Shakur che invitò Nas a registrare un brano insieme a Las Vegas. I due non si incontraranno mai più. Prima che Nasir arrivasse a Las Vegas, Tupac venne ucciso da quattro colpi di pistola in un agguato mentre era nella sua auto. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo. Torniamo a Nasir, il vittorioso, questo il significato del suo nome in lingua araba. Siamo nel 1999 e New York sta cercando il suo rapper T.O.N.Y. ,ovvero Top of New York, lui esce con gli album I am e Nastradamus, ma la vera sfida si accende negli inizi del nuovo millennio quando nella scena sboccia un nome nuovo,Jay Z. Quest’ultimo comincia a stuzzicare il rapper di Queensbridge, puntando sulla relazione con la ex ragazza di Nas, e criticandolo, sostenendo che ormai il Nas di Illmatic non esiste più.

Di tutta risposta nel 2001 esce l’album Stillmatic, dal titolo provocatorio, contenente il brano Ether,considerato uno dei dissing migliori di sempre, rivolto direttamente al rivale Jay Z.

Alla fine del 2001 accade però qualcosa di crudele e di inaspettato: la madre, malata di cancro, non riesce a vincere la battaglia con la malattia.  Per Nas è come se il mondo gli fosse crollato addosso: smette di scrivere e decide di smettere completamente con la musica. Ma nel 2002 l’animo della musica fa si che che venga prodotto l’album God’s Son, un album completamente dedicato alla madre scomparsa, con brani contenenti arrangiamenti di tromba, suonati dal padre musicista Olu Dara con cui collaborerà anche nel suo settimo album, Street’s Disciple, uscito due anni dopo, nel singolo Bridging the Gap.

Nel 2006 arriva l’inattesa pace con Jay Z, e la firma con l’etichetta Def Jam di cui lo stesso Jay Z ne è presidente. Fa uscire l’album provocatorio Hip Hop is dead, che debutta subito al primo posto della Top USA Album. Due anni dopo annuncia l’uscita dell’album Nigger,”negro”, un titolo di denuncia, ma che l’opinione pubblica e molti elementi della scena rap americana criticano duramente, tra cui 50Cent, spingendo Nas a lasciare l’album senza titolo, Untitled.

La copertina dell’album dal titolo”Nigger”, cambiato poi in “Untitled”

Nonostante tutto il caos mediatico l’album raggiunge la prima posizione della Top Chart. Nel 2010 produce un album con Damian Marley, figlio di Bob,Distant Relatives ispirato alle istanze sociali africane ed afroamericane.

Nel 2012 esce il suo ultimo album Life is Good, un cambio di prospettiva rispetto alla sua adolescenza nella quale vedeva la vita come qualcosa di crudele, quando la considerava una puttana, come racconta nel singolo Life’s a Bitch, dentro Illmatic, in collaborazione con il suo grande amico A.Z.

Ascolta questa storia in podcast con IULMATIC (puntata del 16 febbraio) 

Qui, invece, tutte le info sul programma e le puntate già in onda: https://www.radioiulm.it/album/iulmatic/

 

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