999 – Vietato non toccare! Il mondo casa ospite alla Triennale di Milano

Casa ed equilibrio domestico sono il tema della nuova puntata di Flanerie (a fondo pagina il podcast da ascoltare). Nello show,  che ha visto ospite l’architetto Caterina Locati, spazio anche per una interessante iniziativa della Triennale di Milano. 

“999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo” è un’imponente ricerca sui concetti di casa, abitare e senso di dimora, in mostra alla Triennale di Milano fino al 2 aprile 2018. Una mostra collaborativa e mutante in funzione del tempo e dello spazio che ci svela l’abitazione come non l’abbiamo mai vista prima. Anzi, forse più che svelarcela ce la fa vivere in toto dato che il coinvolgimento del pubblico è un aspetto fondamentale: dall’installazione immersiva di apertura composta da 128 mini-monitor sintonizzati, fino alle storie sulle case inviate dai visitatori e raccolte in una serie di libretti stampati da Mariagiovanna di Iorio sfruttando la tecnica del self-publishing di Amazon.  

In questa esposizione si annulla completamente l’aura museale benjaminiana e non si è tanto fruitori quanto piuttosto partecipatori in grado di modificare il risultato finale. Il coinvolgimento è percepibile sin dalle brochure self made che rendono 999 una mostra, per così dire, à la carte. Ciascun visitatore è infatti chiamato a comporre il suo catalogo assemblando una serie di brochure dai formati disparati, scelte tra quelle messe a disposizione su un tavolo e facendole rilegare sul posto nella “stamperia domestica” allestita da Torino Print Club. Lo stesso Stefano Mirti, curatore della mostra ammonisce: “Vietato non toccare. L’antico proverbio cinese ‘se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco’ viene qui trasformato in una mostra”. 

Il progetto espositivo nasce da una serie di domande sulla casa, intesa in senso esperienziale piuttosto che fisico, raccolte anche tramite una serie di profili social associati all’iniziativa (http://999domandesullabitare.org/). Palpabile è la volontà di avviare una complessa riflessione sull’innovazione dell’abitare seguendo un movimento che corre lungo i tre assi della tecnologia, del costume e della società. Un campo di indagine vasto in cui convergono design, ingegneria, architettura e sociologia. “Non si tratta, però, di una mostra sulla casa del futuro”, spiega Mirti, “perché il futuro è già tra noi e possiamo vederlo in molte delle esperienze raccolte in questo palinsesto”. Per chi sa vederlo, si potrebbe aggiungere, dato che solamente le menti più aperte, i radar della società  (dicendola alla McLuhan) saranno in grado di cogliere i cambiamenti in atto attraverso una visione predittiva sul mondo. In definitiva, non consideratela meramente una mostra perché 999 va oltre: è un palinsesto di esperienze italiane significative a cui si affiancano una serie di ospiti internazionali, in grado di coinvolgere il pubblico in maniera interattiva e partecipativa grazie a tutta una serie di ambientazioni fisiche, digitali, social.

“Palinsesto” è, dunque, il termine più appropriato dal momento che la mostra evolverà giorno per giorno, con numerose attività collaterali – letture, laboratori per adulti e bambini, performance. L’approccio curatoriale, sicuramente non tradizionale, è un altro elemento di novità. Stefano Mirti ha agito distribuendo un set di regole ai suoi co-curatori (più di cinquanta e giovanissimi) e innescando un meccanismo il cui risultato finale dipenderà dall’operato di ciascuno di loro – selezionati tra artisti, attivisti, centri di ricerca, università, grandi corporazioni, piccole imprese… insomma gli agenti del cambiamento in atto e i nodi della tessitura in cui ci muoviamo quotidianamente.

I numerosi co-curatori che hanno affiancato Stefano Mirti nell’allestimento dell’esposizione.

Anche io, completamente rapita dall’opportunità esperienziale dell’esposizione, ho voluto mettermi in gioco insieme a Caterina Locati, architetto specializzato nel benessere indoor.  Caterina mi ha ricordato che “noi plasmiamo i nostri edifici e poi essi plasmano noi”, come diceva Winston ChurchillE sì, perché forse ciò che vediamo della nostra casa è solo una piccola parte di essa. Forse esiste un’altra parte, invisibile, attenta, viva, che interagisce con noi quotidianamente, condizionando la nostra vitalità, le nostre emozioni, i pensieri e, più in generale, il benessere. Da notare che trascorriamo il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi (casa, ufficio, auto …) e occorre dunque riflettere sul fatto che questi ambienti possano avere un certo effetto su di noi, ad esempio ricaricandoci o indebolendoci. Ce lo insegna proprio Caterina, sempre più convinta che, migliorando l’ambiente, automaticamente migliora anche chi vive in quell’ambiente, perché c’è un legame fortissimo e istantaneo (in fisica quantistica si chiama Entanglement) che lega ogni cosa e, dunque, lega l’uomo alla sua casa.

Ispirandosi alle ricerche di Masaru Emoto e alla fisica quantistica, l’architetto Locati ama considerare la casa come un enorme ripetitore che può potenziarci o, al contrario, depotenziarci. Affinché ci potenzi – afferma – deve essere nutrita adeguatamente.

Flanerie, puntata del 23 marzo
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