“L’immortale desiderio di fascismo”. Così titolava ieri, venerdì 2 marzo, il commento su LaRepubblica di Massimo Recalcati, psicoanalista e scrittore milanese. Citando lo stesso:
“Come hanno mostrato con efficacia psicoanalisti come Reich e Fromm il vero scandalo non è tanto il fascismo come regime politico-militare di tipo repressivo, ma il suo desiderio, il suo fascino, la sua presa seduttiva sulle masse”.
Questo perché il vero rischio delle ideologie è il loro appeal inconscio. E’ il conato istintuale alla loro riverenza, alla loro osservanza come di una fede. E’ peculiare infatti come nel momento di massimo disincanto religioso ricompaiano feticci liturgici fra le mani dei politici. Salvini stringe fra le dita il vangelo in piazza Duomo; Di Maio bacia l’ampolla di San Gennaro. Quando la parola (in questo caso politica) perde significato, si ricorre ai simboli, talvolta umani, riportati in vita dai fascismi. A tale riguardo a inizio febbraio usciva nelle sale cinematografiche Sono tornato di Luca Miniero.
Trama: Mussolini (Massimo Popolizio) torna in vita nel 2018. Un film maker in erba lo scambia per un attore e intuendo lo scoop lo porta per l’Italia a “riconquistare il suo popolo.” La situazione gli scivola però di mano. Il duce non è un istrione perennemente calato nel ruolo: è il vero Benito Mussolini. Il film maker tenta di ucciderlo in diretta tv. Non riesce. Mussolini esce dagli studi e si gode un giro su una balilla cupè per i fori imperiali (quelli veri, non un set). La gente (quella vera, non attori) lo acclama, molti col saluto romano. Selfie, risate. Fondu. Super: “Io non ho creato il fascismo. L’ho tratto dall’inconscio degli italiani.”
Il film è un remake italiano del tedesco “Lui è tornato”, dove è Hitler a tornare in vita. L’uscita del film a un mese dalle elezioni fa molto pensare. Il fascismo esiste ancora. Nel suo articolo Recalcati cita a ragione Freud. Lo psicoanalista tedesco individuava un’Europa “che ha provato a risolvere il suo smarrimento, il suo deficit di instabilità e di identità, attraverso l’identificazione ipnotica allo sguardo e al bastone del capo.” E in Italia soprattutto sta succedendo di nuovo. Le masse hanno bisogno di un leader. Hanno bisogno di un padre: per amarlo, obbedirgli, ma se diviene scomodo ucciderlo. Ci troviamo in un loop, nell’Eterno Ritorno dell’uccisione freudiana del padre. Non siamo in grado di auto-governarci e per questo vogliamo un leader che lavori al nostro posto. Non badiamo alla politica del nostro paese, ma ci lamentiamo delle personalità al governo. Necessitiamo di un’autocoscienza fascista. Come lo stesso Mussolini-istrione dice nel film: dobbiamo riconoscere il fascismo come parte di noi, in quanto nasce e vive nel nostro inconscio collettivo. Siamo portatori “sani” di un morbo che abbiamo (o dovremmo aver) debellato. Dal quale dovremmo aver costituito a caro prezzo degli anticorpi. Perché la cura ad esso non si trova in un vaccino, ma nel nostro stesso sistema immunitario.