Puntata di impegno per lo show rosa di Radio IULM, che ha trattato il tema dei disturbi del comportamento alimentare, che colpiscono in particolar modo le donne, proponendo in studio dati statistici ed intervistando un’esperta, specializzata in Psicologia dello Sviluppo.
Scopri di cosa si è parlato mercoledì sulle nostre frequenze, in attesa di riascolare il podcast o la replica di domenica alle ore 18:00.
#SeiBellaCosìComeSei. E’ questo l’hashtag ri-lanciato con un breve video e diventato il claim dell’ultima puntata de Le donne lo sanno. Inaugurata la stagione radiofonica 2018, la redazione ha infatti deciso di addentrarsi in un tema molto più delicato: i disturbi del comportamento alimentare. Scelta coraggiosa quella delle due conduttrici, Noemi e Chiara, che hanno affrontato il tema lasciandosi guidare dall’esperienza della dott.ssa Laura Allamprese.
Specializzata in Psicologia Dinamica dello Sviluppo all’Università La Sapienza di Roma, la Allamprese è stata interpellata durante lo show (giù il podcast da ascoltare) ed ha fornito il punto di vista medico sul tema in questione, focalizzandosi in particolare su bulimia e anoressia.
LA DONNA DEL GIORNO – Ma prima di entrare nel merito, le conduttrici hanno introdotto all’argomento attraverso uno degli elementi distintivi del programma: la donna del giorno, impersonata in questo caso dalla star Adele. E’ lei appunto una tra le fortunate ad aver raggiunto il successo attraverso i social network, prima del suo terzo album intitolato 25, venduto in oltre 3 milioni di copie in una sola settimana. Ragion per cui nel 2016 la rivista Time l’ha inserita nelle cento persone più influenti dell’anno.
Adele è stata presa in considerazione proprio per aver perso tantissimo peso dal momento dell’esordio, nel 2008, fino ad ora. Circa 30 chili. La sua decisione non è stata una scelta estetica, ma una diretta conseguenza dell’aver perso la voce e quindi subìto un intervento alle corde vocali. Un modo per preservare la sua salute, talché perdere peso, in alcuni casi, non è tanto apparire belli agli occhi degli altri, bensì rispettare ciò che è la propria condizione fisica.
LA PAROLA ALL’ESPERTA – Ed a questa riflessione si lega l’intervento della dott.ssa Allamprese, partendo, in primis, dalla definizione e distinzione di due dei disturbi alimentari più pericolosi e, allo stesso tempo, più comuni che si possono riscontrare: anoressia e bulimia. L’esperta ha spiegato che entrambe le patologie sono accomunate dal rapporto disfunzionale che si crea tra la persona ed il cibo, il quale diventa lo scopo ultimo della vita. Un po’ come se le loro giornate fossero orientate al solo pensiero di cosa, come e quando mangiare e, nel caso dell’anoressia, di cosa, come e quando non mangiare. Altra cosa comune a questi casi è il fatto che l’autostima di questi pazienti dipende interamente dal peso corporeo e dunque le impercettibili variazioni quotidiane possono rappresentare motivi di profonda crisi, oppure, nel caso della perdita di peso possono essere motivo di grande gioia e soddisfazione. In virtù delle modalità che i pazienti adottano nel rapportarsi al cibo, la dott.ssa Allamprese ha affermato che gli anoressici diminuiscono l’apporto calorico al minimo indispensabile. Viceversa, le bulimiche praticano delle vere e proprie abbuffate, in cui arrivano ad assumere anche due o tremila calorie. Tutte accompagnate dalla sensazione di perdere il controllo e/o da sensi di colpa che fanno mettere in atto delle condotte compensatorie come il vomito autoindotto, l’impiego di lassativi diuretici o un’attività sportiva eccessivamente intensa.
Le statistiche riguardo l’Italia rivelano un’affezione di 0.5 casi ogni 100 quanto all’anoressia, che raddoppia ad 1 caso su 100 per la bulimia. Numeri che così detti possono sembrare infimi, ma in una macro-visione proiettano le stime statistiche intorno ai 3 milioni, di cui oltre il 70% concentrato tra adolescenti e giovani adulti.
Una delle domande che, a nostro avviso, affligge di più le considerazioni in questo ambito è se effettivamente, questo particolare tipo di disturbi alimentari, colpiscano prevalentemente donne, a dispetto degli uomini. Il rapporto è 1 maschio ogni 6 femmine per l’anoressia e 1 ogni 10 per la bulimia, ci ricorda la Allamprese. Passando invece a quelle che possono essere le cause determinanti l’insorgenza di queste patologie, ci spiega che è importante non generalizzare mai, dappoichè ogni caso è diverso dall’altro.
Tuttavia, per comprendere meglio il disturbo, la dott.ssa ci fa notare l’elevato numero di ragazze che, scontente del proprio aspetto fisico, tentano di mettere in pratica una dieta più o meno efficace e delle quali solo una ristretta minoranza si ammala di anoressia e bulimia. Questo perché l’insoddisfazione corporea e la tendenza a mettere i pratica delle diete dimagranti di per sé non sono dei fattori scatenanti il disturbo. Alle volte gli artefici possono essere inconsuete caratteristiche psicologiche di personalità come, tratti ossessivi, il perfezionismo patologico, oppure delle difficoltà nello sviluppo o in famiglia.
CHE FARE? CONSIGLI PER TUTTI – E come vengono curate, di fatto, anoressia e bulimia? L’obiettivo di fondo, salvo alcuni casi particolarmente ingenti, non è intervenire sul peso corporeo in sé, quanto sulle componenti che hanno determinato la perdita di peso. Dopo una valutazione psichiatrica, i casi meno gravi iniziano un percorso di psicoterapia, mentre i più gravi richiedono il ricovero in ospedale, in modo da intervenire immediatamente sul peso, per poi potersi occupare di tutto l’aspetto psicologico. In media, i casi più blandi richiedono qualche mese di terapia, i più critici fino ad 1-2 anni. È indispensabile per i familiari e chiunque abbia a che fare con una persona che soffre di anoressia o bulimia, essere a conoscenza della malattia. Non colpevolizzare la ragazza o il ragazzo che soffre. Frasi come “sei tu che non ti impegni a guarire” o “ti prego mangia, fallo per me” sono totalmente vietate. Al contempo, amici, coetanei o un eventuale partner, possono aiutare la persona a non isolarsi, evitando la depressione.
Ultimo ma non meno importante consiglio dell’esperta è di “evitare commenti sull’aspetto fisico dei malati”, in quanto frasi come “ sei dimagrita/o troppo” è visto come un complimento e gratificazione che li spinge a dimagrire ulteriormente. All’opposto un “ti trovo meglio, stai guarendo” è inteso come “sei grassa”!
Puntata di grande forza, insomma, quella del 22 febbraio, in replica domenica dalle 18 alle 19, che ci ha fatto percorrere strade tortuose, come quelle dei disturbi alimentari. Di per sé non tenuti molto in considerazione. Come sempre. Finchè non ti ci trovi a contatto non ne comprendi la gravità. Ma dovremmo iniziare a farlo. Tutti. Per volerci bene e non tralasciare una corretta alimentazione, dalla quale pur deve l’umanità la sua stessa sopravvivenza.