Una giornata a BookCity

BookCity è un evento che ogni anno cannibalizza la città di Milano per quattro giorni e inonda le strade del capoluogo lombardo di cultura e letteratura. Per gli appassionati, una grande possibilità di immergersi in mondi nuovi e di conoscere artisti magari non notissimi al grande pubblico. Nella miriade di eventi in palinsesto, noi di Radio IULM abbiamo cercato di creare un percorso che ci permettesse di incontrare le voci che ci accompagnano quotidianamente nei nostri momenti radiofonici.  

Matteo Caccia, che presenta il nuovo libro di Filippo De Matteis, Cuori di Seppia. Caccia detta il ritmo e propone una panoramica di tutti quelli che sono i temi del romanzo. Primo fra tutti, la follia, che viene trattata come un tavolo di dadi. Ha, infatti, due prospettive: chi gioca, e chi ti guarda giocare. Traslato nel mondo di De Matteis, la dualità tra chi ti crede pazzo e il dubbio che tu lo sia per davvero. Il libro, un noir che indaga nelle radici del concetto di famiglia e d’amore, è edito da Elliott ha una dedica speciale a Carmelo Bene,“di cui non ho mai capito nulla”, ammette De Matteis, “ma l’ho amato fino in fondo”. Poco prima di congedarsi, il duo si concentra sulla differenza tra Giallo e Noir: si tratta solo di una questione d’ambientazione? Questa è la tesi principale, ma la questione rimane in sospeso perché Caccia, con un cambio di tempo degno di Thelonious Monk, dirotta la conversazione verso la conclusione con una citazione di Carlo Lucarelli:


“Sapete qual è la differenza tra un narratore ed un giallista? Lo si capisce fin da bambino. Il narratore tradizionale, arriva a casa da scuola e racconta ai suoi genitori la giornata, con dovizia di particolari e una storyline lineare. Il bambino giallista, invece, apre il suo discorso con una domanda: “Sapete cosa mi è successo oggi a scuola?”, poi fa una pausa scenica in cui beve un bicchiere d’acqua, sospira e poi inizia a raccontare”.

Il palinsesto fitto ci impone di correre per non perdere l’incontro successivo, con Massimo Cirri e Laura Zambotti di Caterpillar. Si parla della magia della radio. Come direbbe Bolano, del resto, l’uomo si muove grazie a tre fattori: domanda, offerta e, per l’appunto, magia. Si indaga nella storia della radio e si ricostruire la mitologia di un medium senza tempo, con la graffiante ironia di Cirri e la padronanza del tempo della Zambotti che – dovunque si trovino – portano appresso l’entusiasmo, la passione e la semplicità di un monumento come Caterpillar.

Tra un incontro radiofonico e l’altro, ci concediamo il privilegio di assistere alla presentazione del nuovo libro del nostro Pro Rettore, Gianni Canova, sulle maschere del potere italiano nel cinema e nella televisione. Siamo a BASE Milano e l’aula è affollatissima. Il ritmo di narrazione di Canova è arrembante e scorre nel tempo, passando dall’analizzare pellicole come La presa del Potere di Luigi XIV, “dove a prevalere è stata la moda di un uomo che ha contagiato una nazione”, ai documenti dell’EIAR che ritraevano Benito Mussolini a petto nudo, intento a lavorare nei campi: “In questo caso il potere si mimetizza nel popolo e, in un momento complesso, fa sì che gli uomini si identifichino in un ideale comune”.

Impossibile non parlare di The Young Pope, la serie tv di Paolo Sorrentino. Fin dal commento della sigla, Canova elogia il lavoro del regista Premio Oscar che nel suo girato utilizza il Particolare come sfoggio di potere fine a sé stesso, incarnando fin nel midollo ciò che il potere è: un semplice esercizio di stile di chi vuole mostrarsi per ciò che è. Del resto il potere non crea mostri, li svela.

La conclusione è dedicata al dissacrante Paolo Villaggio e alla concezione umoristica del potere che c’è in Fantozzi: il Duca Conte, il Super Direttore, vengono descritti come inetti, ereditari senza idee, tronfi palloni gonfiati. Ecco allora che il meccanismo narrativo si è invertito: la genialità di Villaggio non è quella di voler per forza strappare la maschera ai potenti, bensì di rendere visibili i sudditi.

La nostra serata si conclude al teatro Franco Parenti, dove Marco Presta (voce storica de Il Ruggito del Coniglio) presenta il suo ultimo libro, Accendimi, un omaggio alla radio.

È impossibile replicare le sferzanti battute e l’atmosfera intima che la voce di Presta crea in sala, ma a conclusione del nostro percorso, vi consigliamo la Breve nota finale che trova in coda al romanzo. In quelle poche pagine, c’è tutta l’essenza della radio per come la conosciamo noi.

Ma senti questo, senti…

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